Rilanciamo l’antimilitarismo!
Sabato 25 giugno a Livorno presso la Ex Caserma Occupata si è tenuto l’incontro nazionale della Assemblea Antimilitarista. Tra le varie voci intervenute di persona e online anche il movimento No Muos, il Movimento No Base – Né a Coltano né altrove, Non Una Di Meno Livorno, coordinamento antimilitarista Carrara, e realtà antimilitariste da Pisa, Empoli, Torino, Milano, Reggio Emilia e Pordenone. Un confronto importante in un momento in cui tornano ad attivarsi movimenti contro la guerra, uno scambio di esperienze di lotta contro la militarizzazione, un momento di analisi sugli scenari di guerra, sulle nuove missioni militari decise dal governo, per allargare la rete di solidarietà e proporre nuove scadenze di lotta.
L’assemblea si è aperta con report dalle diverse situazioni territoriali, che hanno fatto emergere le specificità di ogni contesto locale ma anche molti elementi condivisi su cui costruire iniziative comuni. L’esigenza di coordinarsi nelle lotte contro la militarizzazione del territorio è un’esigenza emersa da tutte le realtà impegnate nella lotta contro le installazioni militari, dall’aeroporto USAF di Aviano ai poligoni nel Nord Est, al MUOS in Sicilia, alle basi in Toscana e nel resto del paese.
Le missioni militari dello stato italiano all’estero sono state evidenziate nei diversi interventi come uno dei principali nodi su cui costruire campagne comuni. Negli ultimi anni la menzogna delle missioni umanitarie ha lasciato il passo alla retorica dell’interesse nazionale, la proiezione militare italiana all’estero è sempre più aggressiva, neocoloniale e predatoria. Che si muovano nel quadro della NATO, dell’UE o in autonomia le missioni di guerra dell’Italia, dal Sahel alla Lettonia, dalla Libia alla Romania, sono in crescita e le stesse forze armate si stanno sempre più strutturando per far fronte ad un crescente impegno bellico.
Da più parti è emersa la necessità di legare l’ecologismo all’antimilitarismo, non solo per l’impatto devastante che hanno eserciti, guerre e sistema militare-industriale sul clima, l’ambiente e la salute, ma soprattutto per le peculiari condizioni in cui può agire il sistema militare. Per ragioni di strategicità, sicurezza, interesse nazionale, ogni attività del settore militare può essere tutelata, legittimata e coperta da segretezza. Il militarismo è quindi anche un modello di governo dei territori che si colloca all’opposto della prospettiva ecologica e sociale radicata nelle lotte di cui siamo parte. In questa prospettiva denunciare il greenwashing dell’esercito e smontare la menzogna del programma “caserme verdi” con cui si costruiscono basi di guerra significa per noi legare strettamente l’ecologismo all’antimilitarismo.
Strettamente legato a questi temi c’è il ruolo dell’ENI, multinazionale italiana degli idrocarburi che ha sempre più un ruolo centrale nella definizione della politica estera del paese, e i cui impianti estrattivi e di trasformazione sono difesi dai mezzi e dalle truppe inviati in missione all’estero.
Tra i colossi industriali che producono guerra svolge un ruolo centrale Leonardo, ma vi sono anche specifici processi come quelli in atto in Piemonte e in particolare a Torino, dove il settore dell’industria militare e aerospaziale sta assumendo un ruolo sempre più ingombrante nell’economia territoriale, con lo sviluppo della cittadella dell’aerospazio e dell’acceleratore d’innovazione NATO. In più occasioni inoltre è stato ricordato come la lotta contro l’industria bellica e la guerra debba trovare radici anche nei luoghi di formazione, nelle scuole e soprattutto nelle università dove il militare è sempre più presente, con accordi tra scuole, atenei, aziende e forze armate nell’ambito della ricerca come su quello della didattica e della formazione al lavoro.
Un elemento chiave è il legame con le lotte sindacali, molte delle realtà presenti hanno valutato positivamente lo sciopero del 20 maggio e l’impegno dell’Assemblea Antimilitarista nel far passare chiare rivendicazioni contro la guerra all’interno delle iniziative di sciopero del sindacalismo di base già dallo scorso anno. Si ritiene pertanto importante seguire il percorso avviato da alcune sigle sindacali di base per la costruzione di uno sciopero europeo contro la guerra.
Proseguendo la discussione sul piano dell’analisi si sono collocati questi elementi nel contesto attuale dominato a livello europeo dal conflitto in Ucraina, riguardo al quale si conferma una posizione internazionalista di rifiuto di ogni forma di imperialismo sia esso russo, europeo o statunitense. È in questo scenario che il 15 giugno il governo ha deliberato le nuove missioni militari per il 2022, con oltre 1000 militari inviati in Ungheria e Bulgaria nel quadro dell’impegno NATO nell’Europa orientale. Non è stato possibile discutere nel dettaglio dei nuovi provvedimenti perché i documenti ufficiali non risultano ancora disponibili, ma si è concordato per un impegno comune su questo tema, con iniziative di lotta a livello locale, nelle prossime settimane in cui probabilmente la delibera sarà discussa dagli organi parlamentari.
La manifestazione del 2 giugno a Coltano contro la nuova base dei Carabinieri paracadutisti del Tuscania e delle teste di cuoio dei GIS a cui l’Assemblea Antimilitarista ha partecipato attivamente è un segnale importante nella direzione della ripresa di un movimento largo contro le guerre. Tra i tanti appuntamenti in questa estate sono stati segnalati la manifestazione del 2 luglio a Torino contro la guerra e chi la arma, contro la cittadella dell’aerospazio, il campeggio NO MUOS che si terrà a Niscemi dal 5 al 7 agosto, le tante iniziative del Movimento No Base tra Pisa e Livorno che in estate si intensificheranno dal momento che il governo sembra deciso ad andare avanti proprio in questi mesi sul progetto. Inoltre è stata accolta l’offerta da parte dell’Assemblea antimilitarista di Reggio Emilia di ospitare in ottobre il prossimo incontro nazionale, ed è stata rilanciata la proposta per un momento di piazza comune dopo l’estate.
Le missioni di guerra e la militarizzazione dei territori sono i due grandi temi su cui si stanno attivando reti, movimenti e attorno a cui si stanno aggregando nuove esperienze di lotta. Riteniamo importante in questo momento far crescere le occasioni di piazza per contribuire alla crescita di questi movimenti. Proponiamo quindi una manifestazione che a settembre riunisca l* antimilitarist* tra Pisa e Livorno, dove oltre al progetto della base di Coltano sono già presenti numerose altre installazioni militari, come Camp Darby, le caserme della Brigata Folgore, L’Aeroporto militare, l’Accademia Navale, e la nuova base del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito, il Comfose, dove sono addestrate le unità che vengono inviate a combattere nelle missioni all’estero. Perché la guerra comincia da qui, dalle caserme, dalle fabbriche, dai comandi militari, blocchiamo le basi per iniziare a disertare la guerra.
Assemblea Antimilitarista